![]() Il pavido Marcello subisce il fascino perverso del potere. Quel potere che diventa l'unica dimensione di accettazione sociale della sua presunta anormalità. Potere come macchina "conformatrice" ad una morale della sopraffazione. Più che farci capire il fascismo italiano come periodo storico, a mio avviso, il romanzo scava a fondo il rischio che corre ogni essere umano: l'opaco svilirsi nel pensiero dominante. Un monito per la neonata repubblica (siamo nel 1951). |
Il conformista (1951) apparentemente è più cose: la storia di un viaggio
di nozze a Parigi; quella di un delitto di stato; la biografia di un
uomo; la descrizione di un'epoca e di una società. Ma, a ben guardare,
questo romanzo è soprattutto il ritratto di un personaggio e di un
atteggiamento morale caratteristici del nostro tempo: il conformista e
il conformismo. L'eroe del secolo passato era il ribelle, ossia l'uomo che vuole distinguersi, contrapporsi, essere diverso dagli altri; secondo Moravia, l'eroe del nostro tempo è invece il conformista, ossia l'uomo che vuole confondersi. Ma al di là del senso che la storia viene ad assumere in un preciso contesto politico, il romanzo, sul piano letterario, propone una immagine reale, concreta, dello scontro tra una civiltà razionale e una civiltà dominata da un disordine che è, innanzi tutto, morale. Dal racconto emerge dunque il grande tema moraviano del rapporto tra l'uomo e la società, proiettivo, catartico (in senso psicoanalitico), che coglie nel singolo momento, nel contingente, la forma e la materia per tradursi in arte. |
PROLOGO 001 CAPITOLO PRIMO |
002 |
003 |
004 CAPITOLO SECONDO |
005 |
006 CAPITOLO TERZO |
007 |