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Schede di grammatica italiana
O 2


AVVERBI OLOFRASTICI

Si dice olofrastico un avverbio che da solo costituisce un’intera frase. Gli avverbi olofrastici più comuni sono e no, che – quando sono usati per dare una risposta a un’interrogativa totale – sostituiscono a tutti gli effetti una frase di senso compiuto

- «Vuoi uscire oggi?» «»

- «Pensi che sia possibile?» «No»

Possono assumere valore olofrastico anche altri avverbi, come certo, mai, esatto o >>>assolutamente (gli ultimi due di recente diffusione e di uso non consigliabile)

- «Sei d’accordo?» «Certo»

- «Mi tradiresti?» «Mai»

- «Questa è piazza Cavour?» «Esatto»

- «Ti è piaciuto il film? «Assolutamente».

 

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interrogative dirette, proposizioni

 

 

OMISSIONE DELL’ARTICOLO

L’articolo (insieme alle varie >>>preposizioni articolate) viene omesso in determinati casi.

• Con i nomi >>>propri di persona e di città

- Ho chiamato Claudio

- Sono andato a Torino

• Con i nomi di parentela, quando è usato insieme a un aggettivo possessivo

- Ti saluta mia madre

- Nostro cugino fa il barbiere

• Con i nomi dei mesi e dei giorni della settimana

- Finirà ad aprile

- Partiamo lunedì prossimo

ma si usa l’articolo quando il costrutto ha valore distributivo o quando il nome è accompagnato da un aggettivo che lo determina

- Viene sempre il martedì (= ogni martedì) 

- Un libro sul maggio francese

• Con il complemento di >>>materia

- un tubo di gomma 

- un muro di mattoni

• In molte espressioni dei complementi di luogo (soprattutto se introdotti dalla preposizione in)

- vado in montagna, dormiamo in camera, tornate in ufficio, stiamo a casa

• Con molte locuzioni >>>avverbiali

- di corsa, in giro, a caldo, in fretta

• Con il complemento di >>>modo o maniera espresso da con e senza

- senza rancore, con gioia, senza motivo, con rabbia

• Con locuzioni >>>verbali che hanno il significato di un unico verbo

- avere fame, perdere tempo, trovare lavoro, mettere su famiglia

• Con la preposizione semplice da con valore finale, modale, temporale

- occhiali da vista, fare da padre, da bambino ero biondo

• Nelle frasi proverbiali

- Uomo avvisato mezzo salvato, Gioco di mano gioco da villano

• Nei titoli di libri, giornali, opere d’arte, opere musicali, canzoni, film

- Decameron, Gioconda, Requiem, Vangelo secondo Matteo, C’eravamo tanto amati

• Nelle didascalie e nelle insegne

- Veduta di Trieste, Sali e Tabacchi

• Nelle espressioni parlare italiano, francese, tedesco ecc., anche se si usa l’articolo indeterminativo se il nome della lingua è accompagnato da un aggettivo

- Giulio si esprime in un ottimo italiano

• Per evidenziare una parola della quale si vuole dire qualcosa

- I molti significati della parola amore.

 

USI 

In alcuni linguaggi settoriali (linguaggio giornalistico, medico, pubblicitario ecc.) l’omissione dell’articolo è piuttosto frequente 

- Iran, arrestato sospetto agente CIA (www.ansa.it)

- Paziente con dolore addominale e perforazione di ulcera

- Vendo casa zona centro.

 

STORIA 

Nella tradizione letteraria dei secoli scorsi, soprattutto in poesia, l’omissione si applicava anche ai nomi astratti

- Secol si rinova; torna giustizia (D. Alighieri, Purgatorio)

o per indicare una categoria generale di persone

- Poiché mi han tratto uomini e dei / in lungo esilio (U. Foscolo, Sonetti).

 

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articoli

 

 

OMOFONI

Gli omofoni (dal greco omòphonos ‘dal suono uguale’) sono parole che hanno la stessa pronuncia, ma differiscono nella grafia

anno (sostantivo) / hanno (3a persona plurale dell’indicativo presente del verbo avere)

a (preposizione semplice) / ha (3a persona singolare dell’indicativo presente del verbo avere)

o (congiunzione disgiuntiva) / ho (1a persona singolare dell’indicativo presente del verbo avere)

Può esserci omofonia anche tra sequenze di parole

la quale (articolo + pronome relativo) / lacuale (= relativo al lago).

 

 

OMOGRAFI

Gli omografi (dal greco omògraphos ‘dalla grafia uguale’) sono parole che hanno la stessa grafia, ma differiscono nella pronuncia.

La diversa pronuncia può dipendere:

• dalla diversa posizione dell’>>>accento

àmbito (sostantivo) / ambìto (participio passato del verbo ambire)

viòla (sostantivo) / vìola (3a persona singolare dell’indicativo presente del verbo violare)

• oppure dal diverso grado di apertura della vocale accentata  

pèsca (= il frutto) / pésca (= azione del pescare)

pòrci (= maiali) / pórci (= porre noi stessi).

 

 

OMONIMI

Gli omonimi (dal greco omònymos ‘dal nome uguale’) sono parole che hanno la stessa grafia e la stessa pronuncia, ma hanno etimo e significato diversi

sale (sostantivo) / sale (3a persona singolare dell’indicativo presente del verbo salire)

riso (‘dimostrazione di ilarità’) / riso (‘tipo di cereale’)

folle (aggettivo) / folle (sostantivo femminile, plurale di folla).

 

 

ONNI-

Onni- è un >>>prefissoide derivato dal latino omnis ‘tutto’, ed è usato in parole derivate direttamente dal latino (onnisciente, onnipotente) o formate modernamente

- onnicomprensivo (‘che comprende tutto’)

- onnipresente (‘presente ovunque’).

 

USI 

La variante omni-, più fedele alla grafia latina originaria, è attestata nella tradizione letteraria dei secoli scorsi

- Sì come omnipotente segnore de l’universo (G. Villani, Nuova cronica)

ed è presente ancora oggi in parole come omnidirezionale e in varianti meno diffuse come omnicomprensivo e omniscienza.

 

 

ONOMATOPEE

Le onomatopee (chiamate anche fonosimboli) sono parole o gruppi di parole invariabili che riproducono o evocano un suono particolare, come il verso di un animale o il rumore prodotto da un oggetto o da un’azione. 

Tra le onomatopee più comuni relative ad animali ci sono quelle, molto diffuse nella lingua dei e per i bambini

- bau, miao, grrr, chicchirichì 

Tra le onomatopee più comuni di oggetti e azioni ci sono

- tic tac, crac, plin, din don, eccì, brr 

Spesso si usano in serie ripetute

- bau bau, plin plin, crac crac

o in un’unica sillaba

- patapum, taratatà, patatrac

Le onomatopee possono essere usate anche come sostantivi

- il tic tac della sveglia, i chicchirichì dei galli, un patatrac

o dare origine a sostantivi e verbi

- miao> miagolio / miagolare

- tic tac > ticchettio / ticchettare.

 

USI 

Dovendo riprodurre un suono, spesso le grafie sono oscillanti

- Una sveglia che con il tik tak ricorda il battito del cuore (www.it.answers.yahoo.com)

- Al sesto kikiriki vide Nancy rizzarsi a sedere nel letto (A. Vivanti, I divoratori).

 

STORIA 

L’inventiva dei poeti e degli scrittori ha trovato da sempre un terreno fertile nelle onomatopee

- Chio chio chio chio (G. Pascoli, Canti di Castelvecchio)

- Tottalì, tottalì, lì, lì (A. Giacomini, Andar per uccelli

Onomatopee come gulp, bang, sigh, splash, sob, che derivano da verbi inglesi (to gulp ‘inghiottire’, to bang ‘esplodere’, to sigh ‘sospirare’), nate nella lingua dei fumetti, oggi si trovano usate in diversi contesti, anche se sempre con valore scherzoso

- Gulp per il prezzo e doppio gulp per il fermo (www.saxforum.it).

 

 

O NO, O NON, O MENO?

Per esprimere la negazione dopo la congiunzione >>>disgiuntiva o esistono tre diverse soluzioni, tutte corrette, ma con vari gradi di accettabilità.

• La soluzione preferibile è o no, in cui no svolge la funzione di avverbio >>>olofrastico, cioè costituisce da solo un’intera frase di senso compiuto

- Professionisti seri o no (= o non seri)

- Accetto o no? (= o non accetto)

• La forma o non, meno diffusa, si usa soprattutto in presenza di un sostantivo, un aggettivo, un participio

- Sono calciatori o non 

- Hanno preso impegni precisi o non?

• La forma o meno è tipica soprattutto del parlato e dunque sconsigliabile nello scritto

- Non capisco se scherzi o meno.

 

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negazione, avverbi di

 

 

OO- 

Oo- è un >>>prefissoide derivato dal greco oon ‘uovo’, ed è usato in parole formate modernamente e appartenenti soprattutto al linguaggio scientifico e tecnico

- oolite (‘agglomerato roccioso a forma sferica’) 

- oogamia (‘fecondazione di un gamete femminile da parte di un gamete maschile’).

 

USI 

Esiste anche la variante latina ovo- dal latino ovum ‘ovo’. Sono accettate entrambe le forme

- oocita / ovocita (‘cellula germinale femminile’)

- oogenesi / ovogenesi (‘processo di formazione e maturazione delle cellule uovo’)

Esiste anche un terzo prefissoide ovi-, sempre dal latino ovum

- oviparo (‘che si riproduce deponendo uova’)

- oviforme (‘a forma di uovo’).