Schede di grammatica italiana
I 9
INTERNET: ÌNTERNET O INTERNÈT?
Entrambe le pronunce sono corrette.
• Ìnternet, con accentazione sdrucciola, è la pronuncia più comune in Italia, dovuta a una probabile influenza del prefisso inter- che provoca di solito una ritrazione dell’accento
Al via stamane la prima edizione dell’ìnternet festival (Rai3 TGR Toscana)
• Internèt, con accentazione tronca, rispecchia l’originaria pronuncia inglese (adottata anche in Spagna, Francia, Germania ecc.)
The children don’t understand dangers of Internèt (BBC News).
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accento
INTERO O INTIERO?
L’unica forma diffusa nell’italiano contemporaneo è intero, senza il cosiddetto dittongo mobile.
La forma intiero, tipica dell’italiano scritto dei secoli scorsi e del parlato formale fino al primo Novecento, è ormai antiquata
È un mese intiero che non mi scrivete (G. Leopardi, Lettere).
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dittongo
INTERPUNZIONE vedi PUNTEGGIATURA
CONGIUNZIONI INTERROGATIVE
Le congiunzioni interrogative sono congiunzioni subordinative che hanno la funzione di introdurre una domanda in relazione a quello che è stato detto nella proposizione precedente.
Le congiunzioni interrogative più frequenti sono se, come, perché, quando, quanto
Mi domando come sia la situazione
Gli ha chiesto perché non è venuto ieri
Tutte queste forme, tranne se, possono essere usate anche in funzione di avverbi (interrogativi, avverbi).
Le congiunzioni interrogative possono essere introdotte da una preposizione semplice o articolata
La domanda verte su come uscire dalla crisi / sul come uscire dalla crisi
Ci sono molte domande su perché si sia ritirato / sul perché si sia ritirato.
PROPOSIZIONI INTERROGATIVE DIRETTE
Nell’analisi del periodo, le proposizioni interrogative dirette sono proposizioni indipendenti che servono a formulare una domanda, un quesito, un’interrogazione, un dubbio.
Si costruiscono sempre con il punto interrogativo finale, che nel parlato equivale a un’intonazione ascendente della voce
Mi vuoi bene?
Inoltre, possono essere introdotte da aggettivi, pronomi o avverbi interrogativi
Chi hai visto?
Quale film preferisci?
Perché non rispondi?
Cosa vuoi?
Quanto costa?
Le proposizioni interrogative dirette si distinguono in vari tipi a seconda degli elementi che sono oggetto della domanda.
• Totali (o connessionali), se la domanda riguarda tutta la frase
Vieni al cinema?
Ti va un panino?
A questo tipo di domande si può rispondere soltanto con gli avverbi sì o no.
• Parziali (o nucleari), se la domanda riguarda solo una parte della frase (di solito il soggetto, il complemento oggetto o un complemento indiretto, rappresentati dai relativi aggettivi, pronomi o avverbi interrogativi)
Chi c’è?
Cosa dice?
• Disgiuntive (o alternative), se la domanda presenta due possibilità
Siete di Udine o di Trieste?
A seconda del carattere della domanda, si distinguono invece interrogative reali e interrogative retoriche (a loro volta di diversi tipi).
• Nelle interrogative reali, la domanda riguarda qualcosa che davvero non si conosce
Dov’è andato Mario?
• Nelle interrogative retoriche (o fittizie), la domanda non riguarda qualcosa di realmente sconosciuto, ma serve soltanto a evidenziare un fatto, sollecitando una conferma o una negazione da parte dell’interlocutore.
Le interrogative retoriche possono essere usate in combinazione con elementi rafforzativi come è vero, non è vero, vero, nevvero, forse, forse che, forse che non, eh
L’hai fatta grossa. Ti senti in colpa, vero?
Possono essere di vari tipi:
- didascaliche, se la domanda è rivolta a sé stessi per vivacizzare il discorso (quasi sempre seguita dalla risposta)
E cos’è un chip? Un componente fondamentale del computer
- narrative, se la domanda serve a vivacizzare la narrazione dei fatti (anche qui segue la risposta)
E lui cosa fa? Si lancia sulla pista
- diffratte, se la domanda in realtà ha un’altra funzione, di solito di garbata richiesta
Mi daresti quel libro?
- fàtiche (o di cortesia) se la domanda serve non a sapere qualcosa, ma soltanto ad avviare un dialogo
Come va?
Le proposizioni interrogative dirette possono essere costruite con diversi modi verbali:
- di solito sono all’indicativo
Sei tu?
Che farò?
Quale strada aveva scelto?
- quando si vuole esprimere un dubbio, una perplessità, un’esitazione, è possibile usare anche il condizionale
Che cosa vorresti fare?
Dove potremmo andare?
- o il congiuntivo
Se fosse vero?
- o l’infinito
Che fare?
- il condizionale si usa anche quando la proposizione interrogativa è l’apodosi di un periodo ipotetico
Se tutto questo fosse vero, cosa succederebbe?
e nelle interrogative diffratte
Mi riempiresti il bicchiere?
- quando si vuole invitare l’interlocutore a rispondere, si può omettere il verbo
Allora?
E tuo fratello?
Una variabile significativa è rappresentata anche dalla posizione del soggetto rispetto al verbo.
• Se la frase è introdotta da un aggettivo, un pronome o un avverbio interrogativo, il soggetto deve sempre venire dopo il verbo
Che cos’ha tua sorella? (non Che cosa tua sorella ha?)
Quando arriverà Claudio? (non Quando Claudio arriverà?)
• Se si vuole dare particolare rilievo al soggetto, questo può essere posto all’inizio della frase. In questi casi è eccezionalmente ammesso l’uso della virgola tra soggetto e verbo
Claudio quando arriverà? / Claudio, quando arriverà?
• In tutti gli altri casi il soggetto può essere posto dopo il verbo quando tra verbo e soggetto si trovino altri elementi della frase
Verrà con noi tua madre?
altrimenti questa collocazione assume un tono solenne, come nella cerimonia del matrimonio
Vuoi tu prendere come tua legittima sposa la qui presente?
PROPOSIZIONI INTERROGATIVE INDIRETTE
Nell’analisi del periodo, le proposizioni interrogative indirette sono proposizioni subordinate che servono a esplicitare una domanda, un dubbio, un quesito già presenti nella proposizione reggente sotto forma di verbo (domandare, chiedere, pensare, credere), nome (domanda, dubbio, problema) o aggettivo (curioso, dubbioso, pensoso).
Le proposizioni interrogative indirette sono introdotte dalle congiunzioni se, come, perché, quando, quanto e dagli aggettivi e pronomi interrogativi chi, che cosa, cosa, quale, quanto
Mi chiedo quale sia la soluzione migliore
Non si capisce cosa voglia fare
È interessante la domanda su quanto abbiamo capito
Sono incerto se restare o andarmene
e si costruiscono in maniera diversa a seconda che siano esplicite o implicite.
• In forma esplicita presentano il verbo all’indicativo, al congiuntivo o al condizionale
Gli domandai come stava
Non sapevo se fosse una buona idea
Si chiedeva cosa sarebbe successo se fosse arrivato il nuovo direttore
• In forma implicita, invece, presentano sempre il verbo all’infinito
Mi domandi cosa fare
A differenza di quanto accade nelle proposizioni interrogative dirette, l’inversione del soggetto in questo caso è facoltativa
Cosa prepara Luigi? > Mi chiedevo cosa preparasse Luigi / cosa Luigi preparasse
È possibile l’omissione dell’intera proposizione interrogativa indiretta mantenendo soltanto l’elemento introduttore
Lo fece senza capire perché (= perché lo facesse).
DUBBI
L’uso dell’indicativo e del congiuntivo di solito non risponde all’alternanza indicativo = oggettività, congiuntivo = soggettività; dipende invece per lo più da fattori stilistici, per cui l’indicativo si usa negli scritti più informali, mentre il congiuntivo si usa in contesti più formali e letterari
Ora so chi è (www.forum.alfemminile.com)
Le domandai che cosa volesse dire apascia (E. Morante, L’isola di Arturo)
Si usa abitualmente il congiuntivo quando la proposizione reggente è negativa
Chi sia stato non si sa (883, Hanno ucciso l’Uomo ragno).