Schede di grammatica italiana
I 8
INTER-
Inter- è un prefisso derivato dal latino inter. Indica una posizione intermedia, un rapporto di comunanza o di reciprocità.
Si trova in parole composte derivate dal latino (interporre, intercorrere, interludio) o formate modernamente da sostantivi, aggettivi e verbi
scambio > interscambio
nazionale > internazionale
agire > interagire.
INTERFISSO
L’interfisso (o antisuffisso) è un elemento che, nelle parole alterate e derivate, si pone tra la base e il suffisso.
Gli interfissi -c-, -ic-, -icc- e -ol- si usano nella formazione dei diminutivi con il suffisso -ino e -ello
leone > leon-c-ino
cuore > cuor-ic-ino
campo > camp-ic-ello
libro > libr-icc-ino
sasso > sass-ol-ino
L’interfisso -ett- si usa in alcune parole derivate di uso moderno con il suffisso -aro
rock > rock-ett-aro
punk > punk-ett-aro
L’interfisso -isc- inserito tra la radice e la desinenza si usa in alcuni modi (indicativo e congiuntivo presente, imperativo) e in alcune persone (le tre persone singolari e la 3a plurale) dei verbi incoativi
fin-isc-o, cap-isc-ono, obbed-isc-a.
VEDI ANCHE
diminutivi, suffissi
LOCUZIONI INTERIETTIVE
Le locuzioni interiettive sono locuzioni composte da due o più parole (a volte da un’intera frase) che hanno funzione di interiezioni. Alcune delle più comuni sono Dio mio!, per amor di Dio!, Signore, aiutaci!, santo cielo!, povero me!, guai a te!, per carità!, al diavolo! ecc.
Guai a te se non finisci i compiti!
Per carità, non me ne parlare!
INTERIEZIONI
Le interiezioni (dette anche esclamazioni) sono parole dalla forma invariabile, per lo più senza nessun legame sintattico con il resto della frase, che servono a indicare diversi stati d’animo più o meno generici: un ordine, una richiesta, un saluto, un appello, un richiamo
Ah, che bellezza!
Ehi, spostati!
Ehm, potresti venire qua?
Salve! Come va?
Forza, iscrivetevi tutti quanti!
Nello scritto, si usano soprattutto nel discorso diretto e nel discorso indiretto libero allo scopo di riprodurre le movenze del parlato; oppure in scritture informali (come quella di lettere, e-mail, sms), per conferire al testo un tono vivace, colloquiale.
Le interiezioni possono essere di diverso tipo
INTERIEZIONI PRIMARIE
Be' non è proprio andata così...
Eh, che sorpresa!
INTERIEZIONI SECONDARIE
Forza, muovetevi!
Accidenti, che colpo!
LOCUZIONI INTERIETTIVE
Per l'amore di Dio, lascia perdere!
Non andate in quel posto, guai a voi!
Alle interiezioni possono essere accostate anche altre categorie di parole che hanno usi e funzioni non dissimili
ONOMATOPEE
Miao miao faceva il gatto
Tic tac, tic tac era il suono dell'orologio a cucù
FORMULE DI SALUTO
Buongiorno!
Arrivederci!
SEGNALI DISCORSIVI
Dico, ma ti sembra giusto?
Insomma, che fate adesso?
INTERIEZIONI PRIMARIE
Le interiezioni primarie (o proprie) sono singole parole che hanno soltanto il valore di interiezione.
Le forme più usate si possono riassumere come segue.
• Ah, che indica una vasta gamma di sentimenti, tra cui rimprovero, meraviglia, rabbia, desiderio, tristezza, sorriso o riso (allora la forma è per lo più ripetuta: ah ah), soddisfazione
Ah, che bel sole!
• Ahi, che indica un dispiacere, un dolore, ma può essere usata anche in senso ironico
Ahi, che peccato!
Quando è accompagnata da un pronome personale, questa interiezione si può scrivere con grafia separata (ahi me, ahi noi, ahi te, ahi lui ecc.) o è soggetta a univerbazione (ahimè, ahinoi, ahitè, ahilui ecc.).
• Bah, mah indicano perplessità, dubbio, indifferenza
Bah! Proprio non ti capisco
Mah! Che scenata inutile
• Be’ (da bene, con troncamento) si usa in frasi che contengono una conclusione, un’osservazione, o in frasi interrogative
Be’, meglio così
Beh? Che succede?
è accettata anche la grafia con l’h finale beh; è scorretta invece la grafia con l’accento bè.
• Boh indica incertezza, incredulità, ma anche disprezzo, riprovazione
Boh, non saprei proprio
E perché tutto questo? Boh!
• Eh indica una vasta gamma di sentimenti, tra cui rimprovero, disapprovazione, speranza, esortazione, meraviglia, anche nella forma raddoppiata eh eh
Eh, speriamo bene!
• Ehi si usa per richiamare l’attenzione di qualcuno
Ehi, sta’ attento!
La grafia hey, dovuta al modello dell’inglese, è sconsigliabile; hei, in cui si mescolano grafia inglese e grafia italiana, è da evitarsi.
• Ehm, uhm indicano un dubbio, un’incertezza, un imbarazzo
Ehm, non intendevo dire questo…
• Ih indica meraviglia, nella forma ripetuta ih ih simula un riso sarcastico o un pianto
Ih, ci sei anche tu!
• Mah indica dubbio, incertezza, perplessità
Mah, mi sembra strano
• Oh esprime una vasta gamma di sentimenti, tra cui meraviglia, rabbia, dolore, desiderio, tristezza, sorriso o riso (allora la forma è per lo più ripetuta: oh oh), ma serve anche per richiamare l’attenzione
Oh, che bella sorpresa!
Oh, mi ascolti?
• Ohi esprime soprattutto dolore, ma anche riso (allora la forma è per lo più ripetuta: ohi ohi)
Ohi, la gamba, che male!
si può combinare con me nelle forme ohimè, oimè (grafia più rara) e con bo nella forma di uso scherzoso ohibò.
• Ps, pst si usano per richiamare l’attenzione
Pst, vieni qua!
• Puh e puah indicano disgusto, ma anche disprezzo, rifiuto
Puah, che schifo!
• Sciò si usa per allontanare soprattutto gli animali, ma in senso ironico anche le persone
Sciò, cagnaccio, sciò!
• St, sst si usano per ordinare il silenzio
Sst… parliamo più piano!
• To’ è la forma soggetta a troncamento dell’imperativo togli con il valore arcaico di ‘prendi’, ed è un invito a prendere qualcosa, anche in senso figurato
To’, guarda che roba!
La grafia toh è meno frequente.
• Uff e uffa esprimono fastidio, noia, insofferenza
Uffa! è la terza volta che visitiamo questo museo…
• Uh esprime una vasta gamma di sentimenti, tra cui dispiacere, gioia, dolore
Uh, che male alla gamba
• Veh e ve’ sono forme che derivano originariamente dal troncamento di vedi, imperativo di vedere, e si usano per richiamare l’attenzione o per rafforzare un concetto
Veh, che bella roba che hanno fatto!
STORIA
Alcune interiezioni primarie diffuse nell’italiano letterario dei secoli scorsi sono rarissime nell’italiano corrente, sia scritto, sia parlato.
• O era usata tradizionalmente per introdurre un vocativo
O animal grazioso e benigno (D. Alighieri, Inferno)
• Deh era un’esclamazione tipica del linguaggio poetico
Deh, spiriti miei, quando mi vedete (G. Cavalcanti, Rime)
O sopravvive solo nell’uso di Toscana e l’interiezione deh è caratteristica in particolare del modo di parlare dei livornesi.
USI
Tipica dell’italiano parlato in Piemonte e Lombardia è l’interiezione neh, usata nelle frasi interrogative o esclamative per chiedere conferma di ciò che si dice o per richiamare l’attenzione
Ti piace quella macchina, neh?
INTERIEZIONI SECONDARIE
Le interiezioni secondarie (o improprie) sono parole di uso comune (nomi, aggettivi, verbi, avverbi) usate per esprimere un ordine, un’esortazione, un apprezzamento, una disapprovazione, un’imprecazione.
Tra le più frequenti si possono citare zitto!, basta!, coraggio!, forza!, vergogna!, bravo!, accidenti!
Basta, state un po’ attenti!
Ti ho scoperto, vergogna…
Accidenti, ne sa una più del diavolo…
Certe espressioni come pronto?, sì?, senti, senta, scusa, scusi, per favore sono usate per stabilire un contatto tra due o più persone nella comunicazione soprattutto orale
Pronto? Mi senti?
Scusi, dovrei passare.