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Schede di grammatica italiana
I 3


VERBI IMPERSONALI

I verbi impersonali sono verbi usati senza un riferimento specifico a una persona che ne sia il soggetto. Si usano alla 3a persona singolare dei modi finiti e in tutti i modi indefiniti. 

 

Sono verbi di vario tipo.

verbi atmosferici come piovere, nevicare, tuonare, lampeggiare, grandinare, gelare, imbrunire, albeggiare

piove, nevicherà, tuonò, grandinava, avrebbe albeggiato

e locuzioni di significato analogo formate da fare + aggettivo / sostantivo

fa caldo, fa notte, fa giorno, fa bello

• Verbi che formano una proposizione soggettiva come sembrare, parere, accadere, succedere, bastare, bisognare, importare, toccare, dispiacere

Sembra che arrivi il sole

È successo che tuo fratello si è ammalato

Bastava fare il bravo

• Il verbo essere + aggettivo / avverbio, che dà vita a una proposizione soggettiva

È possibile che faccia tardi

È bene che ci sia una donna

o combinato con espressioni temporali, come

È una vita che ti aspetto

È da due settimane che non vedo Paolo

• Alcuni verbi in forma passiva che indicano un permesso o un divieto, come essere concesso, essere dato, essere permesso, essere vietato, essere proibito

È dato sapere cosa sta succedendo?

È proibito entrare

I verbi che formano una proposizione soggettiva come sembrare, parere, risultare, accadere, succedere possono trovarsi in proposizioni sia implicite, sia esplicite. 

• Si trovano in una proposizione implicita:

- quando il significato della frase è pienamente impersonale

sembra di volare, successe di perdere la strada

- quando il soggetto logico della proposizione principale coincide con il soggetto grammaticale della proposizione soggettiva

Mi sembra di star meglio (= a me sembra che io stia meglio) 

Gli succede di svegliarsi di notte (= a lui succede che lui si svegli di notte)

• Si trovano in una proposizione esplicita:

- quando la proposizione soggettiva ha un soggetto più o meno specifico

Sembra che i barbari siano arrivati

- quando l’azione espressa nella proposizione soggettiva è posteriore

Gli sembrò che non avrebbe ceduto

Con i verbi che indicano apparenza come sembrare, parere, risultare, apparire, il costrutto esplicito può essere trasformato in implicito se il soggetto della proposizione soggettiva diventa il soggetto della proposizione principale e il verbo si trasforma da impersonale a personale

Sembra che il computer si sia acceso > Il computer sembra essersi acceso 

I due costrutti possono essere anche coordinati tra loro

Gli sembrava di stare meglio e che il raffreddore gli fosse passato

Ci sono poi costrutti verbali impersonali che si possono creare con qualunque verbo, ricorrendo a diverse modalità.

• Il si impersonale (se il verbo è intransitivo o transitivo senza il complemento oggetto espresso)

A casa tua si mangia sempre bene

• La 3a persona singolare di un verbo in forma passiva (soprattutto con verbi che esprimono una dichiarazione, un’idea, un permesso, un divieto)

È stato detto che il problema non era grave

• I pronomi indefiniti uno, qualcuno

Qualcuno non era d’accordo

• La 2a persona singolare o la 3a persona plurale

Vatti a fidare!

Dicono che è arrivato un nuovo ispettore.

 

DUBBI 

Nei tempi composti dei verbi impersonali si usa l’ausiliare essere

- è sembrato, era successo, sarebbe bastato

Solo con i verbi atmosferici si può usare sia l’ausiliare essere sia l’ausiliare avere, senza nessuna sostanziale differenza di significato

- Ha piovuto per due giorni / È piovuto per due giorni

Non avendo un soggetto di riferimento, la concordanza del participio passato resta al maschile singolare

- È sembrato che Giulia sorridesse.

 

VEDI ANCHE   

avere o essere?

 

 

IMPROPRIE, INTERIEZIONI vedi INTERIEZIONI PRIMARIE

 

 

IN (PREPOSIZIONE)

La preposizione semplice in può presentarsi in diverse forme. 

Quando si trova prima di un articolo determinativo, si fonde con l’articolo, dando origine alle preposizioni articolate

nel, nello, nella, nei, negli, nelle

La preposizione in può svolgere diverse funzioni.

• Collegare due elementi, introducendo diversi tipi di complementi indiretti

 

COMPLEMENTO DI >>>STATO IN LUOGO Lo trovi in stazione

COMPLEMENTO DI >>>MOTO A LUOGO Torniamo in Italia

COMPLEMENTO DI  >>>MOTO PER LUOGO Passò in corridoio come un fulmine

COMPLEMENTO DI >>>TEMPO DETERMINATO Nel mese di aprile si seminano i pomodori

COMPLEMENTO DI >>>TEMPO CONTINUATO Scriverò il nuovo libro in due mesi

COMPLEMENTO >>>PREDICATIVO DELL’OGGETTO Gli ho dato in dono un cellulare

COMPLEMENTO DI >>>MATERIA Tubi in titanio

COMPLEMENTO DI >>>LIMITAZIONE Paolo è bravo in italiano

COMPLEMENTO DI >>>MEZZO O STRUMENTO Ho viaggiato in treno

COMPLEMENTO DI >>>MODO O MANIERA Bisogna fare in fretta

COMPLEMENTO DI >>>MISURA Siamo in venti

COMPLEMENTO DI >>>PREZZO O STIMA Ti tengo in grande considerazione

COMPLEMENTO DI >>>CAUSA Esulto nel ricordo della vittoria

COMPLEMENTO DI >>>FINE O SCOPO Mandarono l’autoambulanza in soccorso dei feriti

COMPLEMENTI DI >>>VANTAGGIO E SVANTAGGIO L’ho fatto nel tuo interesse; L’ha fatto in spregio di te

 

• Collegare due frasi distinte, introducendo una proposizione temporale implicita

è inciampato nel girarsi verso di lei. 

 

USI 

La preposizione in si può usare dopo il cognome da nubile, davanti al cognome - del marito

Chiara Rossi in Bianchi

Per indicare stato in luogo, nell’italiano contemporaneo si usa la preposizione in con i nomi di vie, piazze, regioni e nazioni; si usa invece la preposizione a con i nomi di città

- in via Quasimodo, in piazza Unità d’Italia, in Friuli, nel Molise, in Islanda

- a Milano, a Roma, a Venezia, a Trieste

Nel registro formale e ufficiale, tuttavia si può usare anche in con i nomi di città, soprattutto dopo un nome che indica una professione

- Carlo De Stefano ingegnere in Torino

Con i nomi di vie e piazze è ormai normale anche l’uso di a, originariamente diffuso a Roma e nell’Italia meridionale

- a via Garibaldi, a piazza Emanuele Filiberto.

 

VEDI ANCHE   

preposizioni

 

 

IN- (PREFISSO)

Il prefisso in- (dal latino in-) può assumere in italiano due diversi valori.

• Può indicare mancanza, privazione, contrarietà, opposizione in parole derivate dal latino (inutile, insano) o formate modernamente (inorganico, inconsapevole), in cui il secondo elemento può essere un sostantivo, un aggettivo, un participio presente o un participio passato

esperienza > inesperienza

organico > inorganico

curante > incurante

difeso > indifeso

• Può essere usato per la formazione di verbi parasintetici derivati dal latino (incurvare, incorporare) o formati modernamente a partire da un sostantivo o da un aggettivo

pantano > impantanarsi

geloso> ingelosirsi

oppure per formare verbi da altri verbi: in questi casi la derivazione è per lo più avvenuta già in latino e il prefisso conserva il valore originario della preposizione in ‘dentro’ (indurre, influire, infondere), significato che può avere anche in alcuni derivati da sostantivi (incarcerare, incassare, ingabbiare).

Davanti a parole che cominciano con l-, m- o r-, la n del prefisso si assimila al suono iniziale della parola seguente (in- + l > ill-, in + m > imm-, in + r > irr-)

logico > illogico

medesimo > immedesimarsi

razionale > irrazionale

Davanti a parole che iniziano con b- o p-, la n diventa m

possibile > impossibile

borghese> imborghesirsi

Nei verbi parasintetici, in combinazione con parole che cominciano con s + consonante, la n può scomparire (soprattutto quando il verbo esisteva già in latino) 

istruire, istituire, ispezionare, istigare

oppure conservarsi (soprattutto quando il verbo si è formato in italiano) 

installare, instaurare, inscenare, instradare

In alcuni casi le due forme convivono assumendo due distinti significati

ispirare (‘suscitare un pensiero, un sentimento’) / inspirare (‘immettere aria dentro’)

Nelle stesse condizioni, la n si conserva sempre negli aggettivi che hanno una connotazione negativa

inscusabile, inscindibile, inspiegabile.

 

STORIA 

Nella lingua letteraria dei secoli scorsi erano frequenti parole che cominciavano con le forme non assimilate inl-, inp-, inr- anche se spesso si tratta solo di un fatto grafico senza una reale corrispondenza nella pronuncia

Dio vede tutto, e tuo veder s’inluia (D. Alighieri, Paradiso)

Bolognesi e aretini furon presi assai, e tutti gl’inpiccarono (D. Compagni, Cronica)

Posto che possibile fosse, sarebbe inrazionale (D. Alighieri, Convivio).

 

VEDI ANCHE   

derivate, parole

 

 

-INA, FEMMINILE IN

In alcuni nomi che hanno l’alternanza di genere e di significato, il femminile si ottiene con il suffisso -ina, che in questi casi non ha un reale valore diminutivo

gallo > gallina

eroe > eroina

zar > zarina.

 

USI 

Fino a non molto tempo fa, i nomi di origine inglese in -er potevano formare il femminile in -ina

speaker > speakerina

leader > leaderina

ma si tratta di forme ormai in disuso; oggi si preferisce la forma invariata accompagnata dall’articolo o dall’aggettivo femminile

la speaker, una brava leader.

 

VEDI ANCHE   

plurale dei nomi

 

 

INCAVO: INCÀVO O ÌNCAVO?

La pronuncia corretta è incàvo, con accentazione piana. La parola deriva infatti dal verbo incavare, la cui prima persona dell’indicativo presente è io incàvo.

La accentazione sdrucciola ìncavo è dovuta a una errata ritrazione dell’accento e deriva probabilmente dal modello dell’aggettivo còncavo.

 

VEDI ANCHE   

accento

 

 

INCIAMPARE: AVERE O ESSERE?

Il verbo inciampare può essere usato, nei tempi composti, sia con l’ausiliare essere, sia con l’ausiliare avere (la prima soluzione appare oggi quella più diffusa)

- Correvo e sono inciampato

- Ha inciampato nel suo peggior nemico

In base alle norme della concordanza, quando si usa l’ausiliare essere il participio passato deve avere lo stesso genere e lo stesso numero del soggetto

- Chiara è inciampata su un sasso / Chiara ha inciampato su un sasso.

 

VEDI ANCHE   

avere o essere?