Schede di grammatica italiana
G 2
GERUNDIO
Il gerundio è un modo verbale indefinito che ha soltanto due tempi: il gerundio presente (o semplice) e il gerundio passato (o composto); il gerundio passato si forma con il gerundio dell’ausiliare + il participio passato del verbo:
- presente: andando, scrivendo, dormendo
- passato: essendo andato, avendo scritto, avendo dormito
Di norma, in quasi tutti i suoi usi, il gerundio ha lo stesso soggetto del verbo di modo finito al quale si collega
Scendendo (io) dal treno, (io) ho perso le chiavi di casa
A seconda del rapporto instaurato con il verbo della proposizione principale, si possono distinguere tre tipi di gerundio.
• Il gerundio subordinato, che può corrispondere a diversi tipi di proposizione subordinata implicita
PROPOSIZIONE:
MODALE
Studiando si diventa colti
CONDIZIONALE
Solo ascoltando i miei consigli potrai risolvere il problema
CAUSALE
Conoscendo bene la situazione, Luca ha voluto esprimere la sua opinione
COMPARATIVA
Quasi implorandolo, Paola chiese a Lucia di perdonarla
ESCLUSIVA
Il treno attendeva, non muovendosi, che tutti salissero a bordo
CONCESSIVA
Pur avendo ballato tutta la sera. Maria non si sente stanca
ATEMPORALE
Andando al lavoro Francesca trova sempre molto traffico
• Il gerundio coordinato, che corrisponde a una proposizione coordinata. Si distingue dal gerundio subordinato per il fatto che l’azione espressa avviene durante o dopo quella espressa dal verbo della reggente
Luigi passeggiava curiosando tra le vetrine dei negozi
• Il gerundio appositivo, che sostituisce un participio presente con funzione di apposizione
Il pilota, stringendo il volante tra le mani, sterzò con tutta la sua forza
Il gerundio presente si usa anche in alcuni costrutti particolari:
- la perifrasi stare + gerundio
Sto pensando a te / mentre mi sveglio, quando corro tutto il giorno (Vasco Rossi, Sto pensando a te)
- la perifrasi andare + gerundio
Buona notte / va dicendo ad ogni cosa (D. Modugno, Vecchio frack)
- la perifrasi (oggi poco usata) venire + gerundio
Tutto quello che Omero viene dicendo di qui innanzi (I. Pindemonte, Note alla traduzione dell’Odissea)
In alcuni casi il gerundio ha perso la sua natura verbale ed è diventato un nome
crescendo (= didascalia musicale che indica il graduale aumento d’intensità dall’uno all’altro suono di un passo musicale)
calando (= didascalia musicale che equivale a ‘diminuendo’).
USI
Nell’uso comune, il gerundio passato è raro e limitato alla lingua scritta, e di solito è sostituito da proposizioni coordinate e subordinate esplicite
S. Brin e L. Page vi esercitano i due terzi dei diritti di voto, pur avendo conservato (= anche se hanno conservato) non più del 15% del capitale («Corriere della Sera»).
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modi del verbo
GIACCHÉ O GIÀ CHE?
La grafia corrente nell’italiano contemporaneo è quella con univerbazione giacché.
La resa separata già che, con l’accento tonico su già, è comune nel linguaggio familiare (e nella sua eventuale resa grafica) in casi come
Fermati tu dal meccanico, già che ci passi davanti
Perché non ci va Luca, già che è così interessato?
STORIA
La grafia separata già che era diffusa nell’italiano dei secoli scorsi
Comunque sia, già che non lo avete fatto prima, vi prego caldissimamente di farlo dopo (V. Alfieri, Vita).
GIORNALE: NEL O SUL?
La forma nel giornale è più corretta, specie se accompagnata da verbi come leggere, scrivere, essere, e lo stesso varrebbe per nel libro, nel sito
nei primi anni Sessanta pubblicò una serie di articoli nel giornale di destra «Neue Illustrierte» («Corriere della Sera»)
Ormai va ritenuta accettabile, tuttavia, anche la forma sul giornale, molto più comune nell’uso odierno e dovuta probabilmente all’influsso di frasi simili costruite con il verbo vedere, in cui è normale l’uso della preposizione su
L’ho visto sul cartellone
il termine è apparso per la prima volta nel 1990 su un giornale inglese.
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preposizioni
GIUSTAPPOSIZIONE
Si parla di giustapposizione (o asindeto) quando le proposizioni sono accostate l’una all’altra senza legami formali. Le proposizioni coordinate, cioè, non sono collegate per mezzo di congiunzioni coordinanti, ma solo tramite i segni di punteggiatura (soprattutto la virgola, il punto, il punto e virgola, i due punti)
Il capo arrivò in ufficio, vide la situazione, convocò tutti d’urgenza
Non era possibile procedere diversamente; di conseguenza i pompieri decisero di intervenire immediatamente
Aprì la porta della stanza. Non c’era nessuno
Ecco cosa devi fare: versare l’impasto nella teglia e subito infornare.
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congiunzioni
GLIELO, GLIELI vedi PERSONALI, PRONOMI
GLI O LE?
Per indicare il complemento di termine è sempre più comune, nel parlato e nello scritto informale, l’uso della forma pronominale atona gli, sia per il maschile, sia per il femminile (al posto di le)
Appena vedo Sabrina, gli (anziché le) dirò che ho una lettera per lei
Più tardi telefona a Lucia e digli (anziché dille) che domani venga da noi
L’uso di un’unica forma è largamente attestato nel corso della nostra storia linguistica ed è conforme all’etimologia (la forma latina illi era sia maschile, sia femminile). Tuttavia quest’uso non è ancora accettato nella norma, e gli al posto di le viene percepito come forma popolare, familiare e colloquiale, da evitare soprattutto nello scritto formale.
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personali, pronomi
GLI O LORO?
L’uso della forma pronominale atona gli in funzione di complemento di termine in riferimento non solo al maschile singolare, ma anche al maschile plurale è ormai da considerarsi accettabile in quasi tutti i livelli di lingua.
Nel parlato colloquiale, quest’uso è molto comune
Ho incontrato i suoi genitori e gli ho chiesto di salutarmelo
Senti Mario e Paola: domandagli se ci raggiungono per l’aperitivo
Ma si trova ampiamente attestato anche in tutta la tradizione letteraria
Chi si cura di costoro a Milano? Chi gli darebbe retta? (A. Manzoni, I promessi sposi)
A favorire l’uso di gli al plurale c’è anche il fatto che il pronome loro è bisillabico (e dunque tonico, a differenza di tutti gli altri pronomi personali di questo tipo) e dev’essere sempre posto dopo il verbo
i suoi familiari non seppero nulla per quattro anni. Non venne mai detto loro se era stato accusato di qualche reato, processato o imprigionato («Corriere della Sera»).
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personali, pronomi
GNA, GNE, GNI, GNO
In italiano queste combinazioni si pronunciano rendendo il gruppo gn come un unico suono
legna, spegne, segni, gnomo
Solo in alcuni nomi o vocaboli provenienti da lingue straniere (soprattutto dal tedesco), le due consonanti vengono pronunciate separate
Wagner
Gneiss (roccia metamorfica simile al granito)
Per alcuni grecismi, come gnoseologia e gnosi, sono corrette entrambe le pronunce: quella con le due consonanti distinte, più rara, suona oggi un po’ sofisticata.
USI
Anche per il neologismo di recente fortuna indignados (‘indignati’, dallo spagnolo, al plurale per indicare il movimento analogo) la pronuncia corretta sarebbe quella con due consonanti distinte (come in Wagner), anche se quella più comune nell’uso è una pronuncia adattata (come nell’italiano indignati).
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-GNA O -GNIA, -GNE O -GNIE, -GNO O -GNIO?
Le parole che terminano in questo modo non vanno mai scritte con la i, purché questa non sia accentata
campagna, montagne, disegno
L’unica eccezione è costituita da alcune voci dei verbi in -gnare.
VERBI IN -GNARE
I verbi in -gnare mantengono nella desinenza di alcune voci una -i- puramente grafica (non viene pronunciata e non serve a indicare la corretta pronuncia del gruppo gn). In particolare si comportano in questo modo:
- la 1a persona plurale dell’indicativo presente e del congiuntivo presente
noi maligniamo (non malignamo)
noi sogniamo (non sognamo)
- la 2a persona plurale del congiuntivo presente
che voi bagniate (non bagnate)
che voi regniate (non regnate)
La grafia senza -i-, pur giustificata dal punto di vista della pronuncia, è sconsigliabile.
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GNOCCO: LO O IL?
La forma corretta è quella con l’articolo lo per il singolare e gli per il plurale (determinativi, articoli)
lo gnocco> gli gnocchi.
USI
Accanto alla forma corretta vivono nell’uso colloquiale – soprattutto in Italia settentrionale – anche le forme il gnocco e i gnocchi
ridi che mamma ha fatto i gnocchi!