Schede di grammatica italiana
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GALLICISMI vedi PRESTITI

 

 

GALLO / GALLINA

È uno dei casi di nome maschile che forma il femminile in modo irregolare con il suffisso -ina, come eroe / eroina e zar / zarina.

 

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femminile, forme particolari del

 

 

GENERE COMUNE

I cosiddetti nomi di genere comune (detti anche, insieme a quelli di genere promiscuo, epicèni) hanno un’unica forma invariabile per il maschile e il femminile: il genere è dunque ricostruibile solo dall’eventuale presenza dell’articolo o di un aggettivo. 

Tra questi nomi ci sono:

- i participi presenti sostantivati

un insegnante / un’insegnante

l’amante misterioso / l’amante misteriosa

- i nomi che finiscono in -ista, -cida, -iatra, -arca

il giornalista / la giornalista

il tirannicida / la tirannicida

il fisiatra / la fisiatra

il monarca / la monarca

- alcuni nomi in -e, -a

il giudice / la giudice

il collega / la collega.

 

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femminile dei nomi

femminile, forme particolari del

alternanza di genere e di significato

plurali doppi

 

 

GENERE DEI NOMI

L’italiano distingue due generi grammaticali: il maschile e il femminile.

Nel caso di esseri animati, il genere grammaticale corrisponde al sesso dell’uomo o dell’animale indicato

scultore (maschile) > scultrice (femminile)

gatto (maschile) > gatta (femminile)

Nel caso di oggetti non animati, il genere grammaticale invece è dovuto a una convenzione esclusivamente linguistica

ricordo, vertice, cappotto (maschile)

poltrona, fiaba, maglia (femminile)

In alcuni casi, il genere maschile o femminile può essere prevedibile in base all’appartenenza ad alcune categorie.

• Tendono a essere femminili:

- i nomi dei frutti

la pesca

la mela

la pera

- i nomi di scienze, discipline e concetti astratti

la chimica 

la grammatica

la pace

- i nomi che indicano attività militari

la guardia

la guida

la pattuglia

- i nomi di città, isole, regioni, stati, continenti e delle associazioni sportive

la Firenze medicea

la Corsica

la Francia

l’Africa

la Juventus

• Tendono a essere maschili:

- i nomi degli alberi

il melo

il pero

l’abete

- i nomi dei metalli e degli elementi chimici

l’oro

lo iodio

l’ossigeno

- i nomi dei mesi e dei giorni della settimana

un luglio assolato

il venerdì

- i nomi di mari, monti, laghi, fiumi

il Mediterraneo

il Cervino

il Trasimeno

il Po

- i nomi di vini

l’Aglianico

il Valpolicella

il Chianti

- i nomi dei punti cardinali

il nord

il sud

il ponente

- i nomi di preghiere

l’Angelus

il Credo

il Padrenostro

In generale, la distinzione tra maschile e femminile è data dalla terminazione delle parole (considerata, ovviamente, al singolare).

• Sono maschili:

- quasi tutti i nomi con desinenza in -o

lo specchio

il futuro

- i nomi (in gran parte di origine straniera) terminanti in consonante

il computer

il radar

il provider

- alcuni nomi con desinenza in -a, soprattutto di origine greca e di uso tecnico o scientifico

il dramma

l’asma

l’eritema

l’enfisema

il karma (dal sanscrito)

• Sono femminili:

- la quasi totalità dei nomi con desinenza in -a

la ciliegia

la vita

la gioia

- molti dei nomi con desinenza in -i 

la sintassi

- i nomi terminanti in - e -

la falsità

la virtù

I nomi con desinenza in -e possono essere a seconda dei casi maschili o femminili

il mare

la nave

un ente

Vi sono poi alcuni casi particolari che riguardano il genere dei nomi.

• Alcune parole (come insegnante, giornalista, fisiatra, amante) hanno un’unica forma invariabile per il maschile e il femminile e il genere può essere segnalato dall’articolo o dalla presenza di un aggettivo (genere comune).

• Alcune parole (soprattutto nomi di animale come tigre, gorilla) presentano un’unica forma invariabile sia per l’esemplare maschio, sia per l’esemplare femmina, e l’unico modo per distinguere il maschio dalla femmina è esplicitare questa informazione, come in tigre maschio, medico donna (genere promiscuo).

• Alcune parole sono soggette a un falso cambio di genere e nell’apparente passaggio dal maschile al femminile assumono in realtà un diverso significato, come il busto / la busta, il palmo / la palma, il manico / la manica ecc. (alternanza di genere e di significato).

• Alcune parole hanno un doppio plurale maschile e femminile, ciascuno con una diversa sfumatura di significato, come labbri e labbra, bracci e braccia, muri e mura ecc. (plurali doppi).

• Alcune parole presentano forme del tutto diverse per il maschile e il femminile, come maschio / femmina, toro / vacca (nomi indipendenti al maschile e femminile).

 

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femminile dei nomi

femminile, forme particolari del

 

 

GENERE E NUMERO DEGLI AGGETTIVI

La flessione degli aggettivi ricalca in modo semplificato quella del nome 

(genere dei nomi).

 

Si distinguono tre classi.

Prima classe. Gli aggettivi che al maschile singolare terminano in -o presentano quattro desinenze diverse:

- maschile singolare (-o)

un ragazzo alt-o

- femminile singolare (-a)

una ragazza alt-a 

- maschile plurale (-i)

due ragazzi alt-i 

- femminile plurale (-e)

due ragazze alt-e

 

Singolare
Maschile -o
Femminile -a

Plurale
Maschile -i
Femminile -e

Seconda classe. Gli aggettivi che al maschile singolare terminano in -e presentano due desinenze:

- -e per il singolare sia maschile, sia femminile

un ragazzo gentil-e, una ragazza gentil-e

- -i per il plurale sia maschile, sia femminile

due ragazzi gentil-i, due ragazze gentil-i

 

Singolare
Maschile / Femminile -a
Plurale
Maschile / Femminile -i

 

Terza classe. Gli aggettivi che al maschile singolare terminano in -ista, -cida, -ita e -asta presentano tre desinenze:

- -a per il singolare sia maschile, sia femminile 

un ragazzo egoist-a, una ragazza egoist-a

- -i per il plurale maschile

due ragazzi egoist-i 

- -e per il plurale femminile

due ragazze egoist-e

 

Singolare
Maschile -a
Femminile -a

Plurale
Maschile -i
Femminile -e

 

 

Ci sono poi alcuni aggettivi invariabili. Questo gruppo di aggettivi comprende: 

- l’aggettivo pari (e i suoi derivati: dispari ecc.)

- alcuni aggettivi di colore come

blu

rosa

viola

marrone

- gli aggettivi usati in coppia per indicare gradazioni di colore 

grigio-verde

verde pastello

- l’infinito con funzione attributiva avvenire (i giorni avvenire ‘futuri’)

- gli aggettivi formati con anti- + nome

antinebbia

antifurto

- le locuzioniavverbiali usate come aggettivi

perbene

dappoco.

 

 DUBBI 

L’aggettivo incinta ‘gravida’ ha un plurale regolare in -e

Silvia e Maria sono incinte

Donne incinte, il fumo fa male al vostro bambino

Dal momento che esiste soltanto la forma femminile (si può parlare di un uomo incinto solo scherzosamente) e che spesso si fa riferimento a un’unica donna gravida, molti credono che l’aggettivo incinta sia una forma invariabile, ma si tratta di un errore.

 

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invariabili, nomi e aggettivi

aggettivi

 

 

GENERE PROMISCUO

I cosiddetti nomi di genere promiscuo (detti anche, insieme ai nomi di genere comune, o epicèni) sono nomi di animali che hanno un’unica forma, maschile o femminile, per indicare sia l’esemplare maschio, sia l’esemplare femmina

l’aquila

il colibrì

il delfino

il leopardo

la tigre

l’usignolo

la zebra

Per precisare il sesso di questi animali si può usare l’apposizione maschio / femmina

un leopardo maschio

la zebra maschio

o – meglio – l’espressione il maschio / la femmina di, del

il maschio della tigre

la femmina di gnu

la femmina del leopardo

Ci sono anche nomi promiscui che non indicano animali, ma persone

una persona

un medico

un testimone

una vittima.

 

VEDI ANCHE

femminile dei nomi

femminile, forme particolari del

alternanza di genere e di significato

plurali doppi

 

 

-GE O -GIE? vedi -CIA, -GIA, -SCIA, PLURALE DEI NOMI IN 

 

 

GERGHI 

In linguistica con il termine gergo si intende in primo luogo un linguaggio condiviso creato all’interno di un gruppo che quando comunica non vuole farsi capire all’esterno (come accade storicamente per il gergo della malavita). 

Con il tempo alcuni termini gergali escono dall’ambito specifico in cui sono stati coniati ed entrano talvolta nell’uso comune

madama (‘polizia’, nel gergo della malavita)

sballo (‘effetto della droga’, nel gergo dei tossicodipendenti, passato al significato di ‘divertimento’ nella lingua comune)

Ma con gergo si indicano spesso anche tutti quei linguaggi creati all’interno di un gruppo con intenti diversi. Si parla ad esempio di gerghi professionali, per l’uso di termini o espressioni tipici di certi ambienti di lavoro

Segni di spondiloartrosi con riduzione dello spazio intersomatico (nel linguaggio settoriale della medicina)

o di gergo giovanile per la coniazione di termini all’interno di gruppi giovanili, con intento scherzoso e di aggregazione

truzzo (‘ragazzo goffo che non sa comportarsi e vestirsi’).

 

 

GERMANISMI vedi PRESTITI