Schede di grammatica italiana
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FORME PARTICOLARI DEL FEMMINILE

Alcuni nomi femminili hanno una forma a sé, diversa da quella regolare

cane > cagna

dio > dea

Altri nomi, detti indipendenti, hanno un femminile particolare, formato con una radice diversa

uomo> donna

maschio > femmina

padre> madre

fratello> sorella

marito > moglie

toro > vacca

maiale > scrofa.

 

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nomi indipendenti al maschile e femminile

 

 

-FERO

-fero è un suffissoide proveniente dal latino -ferum ‘che porta’, e si trova in parole di diretta derivazione latina (a loro volta calchi di un originale greco) o formate modernamente soprattutto in ambito letterario o tecnico-scientifico

mortifero (latino mortiferus, calco del greco thanatephòros

sonnifero (latino somniferus

calorifero (calore + -fero)

Quanto alla pronuncia, le parole composte con -fero hanno accentazione sdrucciola

petrolìfero, calorìfero, frigorìfero, mammìfero.

 

STORIA 

Il suffissoide -fero era molto usato nell’italiano letterario e poetico, a imitazione dei numerosi composti latini in -ferus e greci in -phoros 

Il pestifero e mortifero morso della vipera (G. B. Marino, Dicerie sacre)

Oggi parole come queste appaiono nell’uso comune solo in senso ironico

Sei proprio pestifero!

Che lezione mortifera!

 

 

FIASCO O FIASCA?

Si tratta di due parole di genere diverso che derivano (più o meno direttamente) dallo stesso etimo: il germanico flaskō ‘recipiente’, da cui l’italiano ha tratto nel tempo, attraverso il latino tardo flaskonem, il maschile fiascone, poi diventato fiasco, e successivamente il femminile fiasca.

• La forma maschile fiasco, più comune, indica un recipiente per il vino o per altri liquidi di forma ovale con il collo allungato

Beve un fiasco di vino

ma può anche avere il significato figurato di ‘insuccesso’

Quello spettacolo è stato un vero fiasco

• La forma femminile fiasca, invece, indica una specie di fiasco dalla forma più schiacciata, una piccola damigiana senza manici

Fiasca della prima metà del XIX secolo (Touring Club Italiano, Le città della ceramica).

 

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alternanza di genere e di significato

genere dei nomi

 

 

FIGLIO DI O FIGLIO A?

La forma corretta è figlio di, con il complemento di specificazione (come in madre di, padre di, nipote di ecc.)

Luigi è figlio di Michele

La forma figlio a è di uso antico

o padre antico / a cui ciascuna sposa è figlia (D. Alighieri, Paradiso)

o tipica, oggi, dell’italiano parlato centro-meridionale 

’Na vita pe stu figlio ca è pure figlio a me (G. D’Alessio, Diciotto anni)

In ogni caso, questa ultima forma sarebbe da evitare.

 

 

FIGLIO / FILIALE

Negli aggettivi derivati (derivate, parole) da figlio, si parte dalla base etimologica, il latino filium con il derivato originario filialis

sentimento filiale, amore filiale, rapporto filiale

Lo stesso vale per l’aggettivo sostantivato filiale ‘sede secondaria di un’azienda’

La filiale della banca è stata appena inaugurata.

 

STORIA 

Nell’italiano dei secoli scorsi si registra una certa oscillazione. Figliale era usato ampiamente fino all’Ottocento (Ugo Foscolo, Vincenzo Gioberti, Ippolito Nievo) ed era presente anche nella tradizione letteraria del Novecento: già dal titolo – ad esempio – nella raccolta di poesie Numi di un lessico figliale, di Ferruccio Benzoni.

 

 

FILI O FILA?

La parola filo ha due plurali.

• Il plurale maschile fili si usa nel significato proprio di ‘elementi a forma di filo’

i fili d’erba, i fili dell’alta tensione, i fili di lana

• Il plurale femminile fila si usa con il senso figurato di ‘sviluppo coerente, connessione di elementi’

le fila del discorso, le fila della storia, le fila del complotto.

 

DUBBI 

Le fila non va confuso con le file (plurale del nome femminile la fila), che indica invece ‘una serie di oggetti, di cose’

le file di sedie e non le fila di sedie

serrare le file e non serrare le fila (visto che significa ‘diminuire la distanza fra i vari componenti di una fila’ o, anche in senso figurato, ‘stringersi compatti gli uni agli altri’).

 

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plurali doppi

 

 

FILO-

Filo- è un prefissoide derivato dal greco philos ‘amico’, e usato in parole derivate direttamente dal greco (filosofo, filantropo) o formate modernamente

filoamericano (‘simpatizzante degli americani’) 

filocinese (‘simpatizzante dei cinesi’)

Come si vede anche negli esempi, la vocale finale del prefissoide cade davanti alla vocale iniziale del secondo elemento soltanto nel caso delle parole derivate direttamente dal greco

filantropo e non filoantropo

ma filoamericano e non filamericano

Le parole di significato contrario si ottengono con il prefisso anti- o, meno frequentemente, il prefissoide miso-

filoamericano / antiamericano, filantropo / misantropo.

 

 

-FILO, -FILÌA

-filo è un suffissoide derivato dal greco philos ‘amico’, che si trova in parole derivate direttamente dal greco (bibliofilo) o formate modernamente

esterofilo (‘amante dell’estero’) 

anglofilo (‘amante del mondo inglese’) 

cinefilo (‘appassionato di cinema’)

Per i derivati astratti il suffissoide, invece, è -filìa

bibliofilia, esterofilia, cinefilia.

 

USI 

Sia il suffissoide -filo, sia il prefissoide filo- sono usati con il significato di ‘amante, simpatizzante’ per la creazione di nuovi nomi composti. Non esiste una regola univoca che stabilisca l’uso dell’uno o dell’altro. Si nota, però, una certa preferenza per il prefissoide soprattutto nel linguaggio politico

Provocazione di un filoamericano tutt’altro che euroscettico (M. Teodori, L’Europa non è l’America)

mentre in altri campi può essere usato il suffissoide corrispondente

Io non sono un americanofilo

Il suffissoide -filìa mantiene sempre l’accento sulla i, dunque il gruppo finale ìa è iato e va separato nella divisione in sillabe

bi-blio-fi-li-a, e-ste-ro-fi-li-a, ci-ne-fi-li-a.