Schede di grammatica italiana
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CONGIUNZIONI COMPARATIVE

L’unica congiunzione comparativa propriamente detta è che, usata per introdurre il secondo termine di paragone o una proposizione comparativa

Adesso è meglio una tisana che un caffè

È peggio che andar di notte

Il secondo termine di un comparativo di maggioranza o di minoranza può essere introdotto anche dalla preposizione di; nel caso di un comparativo di uguaglianza, si usano gli avverbi quanto e come 

Luca è più veloce di Marco

Sei meno attento di me

È buono quanto Giovanni

Mangia come un lupo

Le proposizioni comparative di maggioranza o di minoranza possono essere introdotte anche dalle locuzioni congiuntive di quanto, di quello che, di come (se esplicite) o da piuttosto che, piuttosto di (se implicite); quelle di uguaglianza sono introdotte da come, quanto, quale

Il film era meno interessante di quanto dicesse il giornale

Piuttosto che rinunciare alla festa, sono pronto a studiare il doppio

Andare da lui è come tornare indietro nel tempo.

 

VEDI ANCHE   

grado degli aggettivi

 

 

PROPOSIZIONI COMPARATIVE

Nell’analisi del periodo, le proposizioni comparative sono proposizioni subordinate che introducono una comparazione con la proposizione reggente (principali, proposizioni). 

Le proposizioni comparative possono essere di maggioranza, di minoranza o di uguaglianza.

Le comparative di maggioranza e di minoranza possono essere esplicite o implicite:

- quando sono esplicite sono introdotte dalla congiunzione che e dalle locuzioni congiuntive di quanto, di quello che, di come, che entrano in correlazione con alcuni elementi presenti nella proposizione reggente (più o meglio per quelle di maggioranza, meno o peggio per quelle di minoranza); il verbo può essere all’indicativo, al congiuntivo o al condizionale (negli ultimi due casi può anche essere preceduto da un non rafforzativo)

Il libro è più interessante di come lo descrivi

La soluzione è più efficace di quanto tu non creda

L’albergo era peggio di quello che avrei pensato

- quando sono implicite, il verbo è all’infinito, introdotto da che, piuttosto che, piuttosto di

Più che cantare, parlava

Farei qualunque cosa piuttosto che dir di no

• Le comparative di uguaglianza possono essere solo esplicite e sono introdotte da come, quanto, quale, anche in correlazione con vari elementi della proposizione reggente (rispettivamente: così, tanto, tale); il verbo può essere all’indicativo o al condizionale

L’ho detto a lui come faccio di solito 

Tanto è bravo Gaetano quanto è pigra Luisa

A parte vanno considerate le comparative di analogia e le comparative ipotetiche.

• Le comparative di analogia stabiliscono un rapporto di analogia o di diversità con la proposizione reggente. Possono essere solo esplicite e sono introdotte dalla congiunzione che o dalle locuzioni congiuntive secondo che, nel modo in cui (o nel modo che); il verbo può essere all’indicativo o al condizionale

Luca è uguale a come appariva in foto

L’ho preparato nel modo in cui s’è detto

• Le comparative ipotetiche sono quelle in cui la comparazione con la proposizione reggente si presenta in forma di ipotesi o di condizione. Possono essere esplicite o implicite:

- quando sono esplicite sono introdotte da come se, quasi, quasi che, come; il verbo è al congiuntivo

Se n’è andato come se avesse ragione

Fa caldo quasi fosse primavera

Non accettare era come dargli torto.

 

 

COMPARATIVI, AGGETTIVI vedi GRADO DEGLI AGGETTIVI

 

 

COMPARATIVI E SUPERLATIVI DEGLI AVVERBI

Così come avviene per gli aggettivi (grado degli aggettivi), anche la maggior parte degli avverbi possiede il grado comparativo e il grado superlativo

spesso> più (meno) spesso > spessissimo

tardi> più (meno) tardi > tardissimo

Allo stesso modo, anche per gli avverbi esistono forme particolari (dette organiche), come

bene> meglio> ottimamente.

 

 

COMPITO: CÓMPITO O COMPÌTO?

Si tratta di una coppia di omografi

Cómpito, con accentazione sdrucciola, è un sostantivo maschile (dal latino tardo còmputum) e indica il lavoro assegnato a sé o agli altri e, per estensione, ciò che spetta di fare a qualcuno

La professoressa ci ha assegnato un bel po’ di cómpiti a casa

Il tuo cómpito sarà quello di vigilare

Compìto, con accentazione piana, è un aggettivo che significa ‘educato, dai modi signorili’

È una persona davvero compìta.

 

STORIA 

Compìto ‘portato a termine’, in origine era il participio passato del verbo compire poi soppiantato dalla variante compiere e dunque dal participio passato compiuto

 

 

COMPLEMENTARITÀ O COMPLEMENTARIETÀ?

La forma corretta è complementarità (dall’aggettivo complementare + il suffisso -ità)

complementare> complementarità

La forma errata complementarietà si deve a una confusione con i nomi astratti che derivano da aggettivi in -io, come precarietà da precario (-ità, -ietà o -eità?).

 

 

COMPLEMENTI

Nell’analisi logica, i complementi sono quegli elementi che completano la frase, aggiungendosi al soggetto e al predicato (che ne costituiscono la parte essenziale) e agli eventuali attributi e apposizioni.

Una distinzione fondamentale è quella tra complementi diretti e complementi indiretti.

• Il complemento diretto dipende direttamente dal verbo. Rientrano in questa categoria:

- il complemento oggetto 

Ho comprato un libro

- il complemento predicativo del soggetto

Il libro sembra bello 

- il complemento predicativo dell’oggetto

Tutti considerano quel libro un capolavoro

• I complementi indiretti – ovvero tutti gli altri complementi – sono collegati indirettamente (cioè tramite preposizioni) all’elemento da cui dipendono. I più comuni sono:

 

COMPLEMENTO DI >>>ABBONDANZA
Il prato è ricco
di fiori

COMPLEMENTI DI >>>AGENTE E CAUSA EFFICIENTE
Il libro è stato riletto
da Pippo;
L’esito sarà stabilito
dal destino;
Claudio è stato colpito
dall’influenza

COMPLEMENTO DI >>>ALLONTANAMENTO O SEPARAZIONE
Mi sono separata
da Gianni

COMPLEMENTO DI >>>ARGOMENTO
Ho letto un saggio
sul Rinascimento

COMPLEMENTO DI >>>CAUSA
Oggi non lavoro
per lo sciopero