Schede di grammatica italiana
A 8
ANTI-
Esistono in italiano due prefissi anti-.
1. Il primo – dal latino ante ‘davanti, prima’ – indica anteriorità, precedenza nel tempo o nello spazio e si trova all’inizio di parole derivate dal latino
anticipare (dal latino ante ‘prima’ e càpere ‘prendere’)
antimeridiano (dal latino antemeridianum, da ante meridiem ‘prima di mezzogiorno’)
o di parole formate modernamente
antibraccio, anticamera, antidiluviano
2. Il secondo, dal greco antì ‘contro’, è usato in parole composte in cui il secondo elemento può essere un sostantivo (antincendio, antiruggine), un aggettivo (antigiuridico, anticlericale), un participio presente (antiabbagliante, antiappannante) e assume diversi significati.
• Opposizione, avversione, antagonismo verso qualcosa
antipapa, antischiavista, antidemocratico
• Attitudine a combattere o prevenire qualcosa
antiallergico, antisettico, antispasmodico
• Capacità di evitare o impedire qualcosa
anticoagulante, antifurto, antisismico
• Contraddizione, contrasto, o anche indipendenza da qualcosa (con significato simile all’alfa privativo, a-)
antiestetico, antistorico
• Posizione contraria, movimento in senso opposto, posizione speculare
anticiclone, antipodi.
DUBBI
Nella scrittura, tra anti- (nel significato di ‘contro’) e il secondo elemento composto si può usare il trattino, specie quando si tratta di neologismi o di composti occasionali o rari. Il trattino viene usato con maggiore frequenza quando la parola successiva comincia per vocale: l’uso resta comunque molto oscillante, e si alterna anche alla grafia separata dei due elementi.
Nei giornali degli ultimi anni, tra le centinaia di nuovi prefissati con anti-, si possono trovare
antiburqa, anti-burqa
anti-carovita, anti carovita
antidegrado, anti-degrado, anti degrado
Nei casi in cui anti- precede una parola che comincia per i, si tende a evitare la sequenza di due vocali identiche: antincendio è molto più frequente di anti-incendio o di antiincendio.
VEDI ANCHE
derivate, parole
prefissazione
ANTISUFFISSO vedi INTERFISSO
ANTROPOFAGI O ANTROPOFAGHI?
Il plurale più diffuso è antropofagi, come sempre quando i nomi in -fago e -logo si riferiscono a persone e non a cose. Meno comune, e meno consigliabile, la forma antropofaghi.
VEDI ANCHE
-fago, -logo, plurale dei nomi in
-co, -go, plurale dei nomi in
ANTROPOLOGI O ANTROPOLOGHI?
Il plurale più diffuso è antropologi, come sempre quando i nomi in -fago e -logo si riferiscono a persone e non a cose. Meno comune, e meno consigliabile, la forma antropologhi.
VEDI ANCHE
-fago, -logo, plurale dei nomi in
-co, -go, plurale dei nomi in
ANZICHÉ O ANZI CHE?
La grafia corretta nell’italiano contemporaneo è anziché, con univerbazione
Preferisce giocare anziché studiare
Le tue parole, anziché rabbonirlo, l’hanno inasprito.
USI
La grafia anzi che continua oggi a essere usata solo nella locuzione scherzosa anzi che no, con valore rafforzativo, che tuttavia spesso si trova scritta anche come un’unica parola, in ossequio a una lunga tradizione letteraria
Educazione metafisica, anzichenò (N. Lagioia, Occidente per principianti)
Una specialità corroborante, anzichenò (D. Buzzati, Le cronache fantastiche).
STORIA
Nell’italiano antico, in cui anzi conservava il significato etimologico del latino ante ‘prima’, era normale l’uso di anzi che (scritto staccato) con valore temporale
non so s’io mi speri / Vederla anzi ch’io mora (F. Petrarca, Canzoniere).
VEDI ANCHE
altroché o altro che?
piuttosto che
APICI vedi VIRGOLETTE
APOCOPE vedi TRONCAMENTO
APODOSI
L’apòdosi è la proposizione reggente (principali, proposizioni) che insieme con la protasi forma il periodo ipotetico
Se lavoro troppo, mi stanco
Chiamami, se pensi di venire
Credo che ci avrebbe chiamato, se fosse già arrivato.
VEDI ANCHE
condizionali, proposizioni
APOSTROFO
Nell’ortografia italiana, l’apostrofo (’) si usa per segnalare la caduta di una o più lettere di una parola.
• Generalmente indica l’elisione di una vocale finale
la arte> l’arte
una ape > un’ape
quello albero> quell’albero
grande uomo> grand’uomo
santo Antonio> sant’Antonio
venti anni > vent’anni
• Ma viene usato anche per indicare alcuni casi di troncamento che danno vita a parole terminanti in vocale, e più precisamente:
- nella 2a persona dell’imperativo dei verbi dare, dire, fare, stare, andare
dai> da’
dici> di’
fai> fa’
stai> sta’
vai> va’
- in qualche altra parola in cui si verifica il troncamento dell’intera sillaba finale
bene > be’
poco> po’
modo> mo’ (a mo’ di = come)
- secondo un’abitudine ormai in disuso, in alcune preposizioni articolate nelle quali il troncamento riguarda il secondo elemento di un dittongo
ai> a’
dei> de’
coi> co’.
DUBBI
In tutti gli altri casi di troncamento, l’apostrofo non va mai usato. Si scrive perciò
un uomo e non un’uomo
nessun altro e non nessun’altro
alcun amico e non alcun’amico
buon appetito e non buon’appetito
Negli stessi casi, invece, al femminile va usato sempre l’apostrofo, perché non si tratta di troncamento ma di elisione. A differenza di quanto accade al maschile infatti (un albero, ma anche un palo), la vocale finale cade solo nel caso dell’incontro con la vocale iniziale della parola successiva (un’ape, ma una palla). Dunque
un’isola, alcun’amica, buon’anima
Non così per qual e tal, in cui anche la forma femminile si deve a troncamento (si dice anche qual vista, la tal via), e dunque non va mai scritta con l’apostrofo
qual è tuo marito / qual è tua moglie?
il tale e il tal altro / la tale e la tal altra
Rientrano fra i casi di troncamento da scrivere senza apostrofo anche espressioni come nobil uomo (o nobiluomo), suor Agnese, fin allora, ben accolto, far entrare, venir avanti, sapor amaro.
USI
L’apostrofo è usato anche per indicare la caduta di una o più cifre nell’indicazione di una data. In questo caso, poiché indica la caduta di un elemento che precede, l’apostrofo va orientato verso sinistra
la guerra del ’15-’18
Una vecchia regola scolastica vietava l’uso dell’apostrofo in fine di rigo. Si tratta di un’abitudine legata all’uso tipografico e non di una vera regola grammaticale. Sono perfettamente lecite, dunque, soluzioni come
del // l’anno > del- // l’anno
Da evitare, invece, la soluzione dello // anno, che darebbe vita a una sequenza (dello + parola cominciante per vocale) inaccettabile per la norma dell’italiano.
VEDI ANCHE
articoli
qual è o qual’è?
talora o tal’ora?
sillabe, divisione in
APPARTENERE: AVERE O ESSERE?
Il verbo appartenere può essere usato nei tempi composti sia con l’ausiliare essere, sia con l’ausiliare avere
Quel castello (era / aveva) già appartenuto per più d’un secolo ai suoi avi
Nell’italiano contemporaneo, tuttavia, l’ausiliare essere risulta molto più comune.
VEDI ANCHE
avere o essere?
VERBI APPELLATIVI
I verbi appellativi (come chiamare, definire, denominare, appellare) rientrano nella categoria dei verbi copulativi.
• Nella forma attiva si costruiscono con il complemento predicativo dell’oggetto
Tutti mi chiamano Gigi
• Nella forma passiva con il complemento predicativo del soggetto
Per anni sono stato chiamato Gigi.
VEDI ANCHE
effettivi, verbi
elettivi, verbi
estimativi, verbi
APPENDICE: APPENDÌCE O APPÈNDICE?
La forma corretta è appendìce.
La forma appèndice, sconsigliabile, è dovuta a un’errata ritrazione dell’accento, forse sul modello del verbo appendere, con cui però la parola non ha alcuna relazione.