Schede di grammatica italiana
A 7
A ME MI, A TE TI
A me mi e a te ti sono casi particolari di quel fenomeno sintattico (detto dislocazione) che consiste nell’anticipare o posticipare un elemento della frase riprendendolo tramite un pronome. Un fenomeno attestato nell’uso dell’italiano fin dalle sue origini. Qui la ripresa riguarda il pronome personale, usato prima nella forma tonica (me), poi in quella atona (mi). Non si tratta propriamente di un pleonasmo (cioè di una ripetizione inutile), ma di una sottolineatura ottenuta mettendo in evidenza l’elemento che si ritiene più importante
A me mi sembra che le cose stiano molto diversamente.
USI
Nel linguaggio parlato informale, un costrutto come a me mi è certamente consentito. Ma nel parlato formale (un colloquio di lavoro o una prova di esame orale, un dialogo con un superiore – docente, capoufficio ecc.) e ancor più nello scritto è decisamente da evitare, perché darebbe la sensazione che chi parla o scrive non sia capace di adeguare il proprio registro linguistico alla situazione in cui si trova.
Il costrutto è largamente attestato nell’uso letterario
A me mi par di sì: potete domandare nel primo paese che troverete andando a diritta (A. Manzoni, I promessi sposi)
e ritorna con una certa frequenza nelle canzoni degli ultimi trent’anni
coca cola sì coca cola / a me mi fa impazzire (V. Rossi, Bollicine)
perché a me mi piace andare veloce (Jovanotti, La mia moto).
AMPISSIMO O AMPLISSIMO?
Si può dire e scrivere in tutti e due i modi.
• Ampissimo, forma un po’ meno frequente nell’uso, è il superlativo regolare dell’aggettivo ampio (come bello > bellissimo ecc.).
• Amplissimo è una forma dotta che deriva dal superlativo latino amplissimum e, rispetto ad ampissimo, è oggi la variante leggermente più diffusa.
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ANALISI DEL PERIODO
L’analisi del periodo individua la tipologia e la funzione delle proposizioni che costituiscono una frase.
Uffa! Piove talmente tanto che Giulio e io abbiamo dovuto rimandare la nostra sospiratissima gita in campagna
Uffa! Piove talmente tanto: proposizione principale
che Giulio e io abbiamo dovuto rimandare la nostra sospiratissima gita in campagna: proposizione subordinata consecutiva.
ANALISI GRAMMATICALE
L’analisi grammaticale identifica il valore grammaticale delle parti del discorso che compongono un periodo e, nel caso queste siano variabili, le forme che assumono per effetto della flessione: il genere (maschile o femminile), il numero (singolare o plurale), la persona (prima, seconda, terza). Le parti del discorso si distinguono in variabili e invariabili.
Le parti variabili del discorso sono:
ARTICOLI
NOMI
AGGETTIVI
PRONOMI
VERBI: PREDICATO VERBALE
Le parti invariabili del discorso sono:
AVVERBI
PREPOSIZIONI
CONGIUNZIONI
INTERIEZIONI
Qui di seguito abbiamo un esempio di analisi grammaticale
Uffa! Piove talmente tanto che Giulio e io abbiamo dovuto rimandare la nostra sospiratissima gita in campagna
Uffa: interiezione
Piove: voce del verbo piovere, II coniugazione, modo indicativo, tempo presente, forma attiva, 3a persona singolare, intransitivo, impersonale
talmente tanto: locuzione avverbiale di modo
che: congiunzione
Giulio: nome proprio di persona, maschile, singolare
e: congiunzione
io: pronome personale, 1a persona singolare
abbiamo dovuto: voce del verbo dovere, II coniugazione, modo indicativo, tempo passato prossimo, forma attiva, 1a persona plurale, intransitivo, servile
rimandare: voce del verbo rimandare, I coniugazione, modo infinito, tempo presente, forma attiva, transitivo
la: articolo determinativo, femminile, singolare
nostra: aggettivo possessivo, femminile, singolare
sospiratissima: aggettivo qualificativo, femminile, singolare, grado superlativo assoluto
gita: nome comune di cosa, femminile, singolare, primitivo
in: preposizione semplice
campagna: nome comune di cosa, femminile, singolare, primitivo.
ANALISI LOGICA
L’analisi logica individua la funzione sintattica di ciascun costituente all’interno di una frase:
SOGGETTO
PREDICATO (VERBALE 0 NOMINALE)
ATTRIBUTO
APPOSIZIONE
COMPLEMENTI
Qui di seguito abbiamo un esempio di analisi logica
Uffa! Piove talmente tanto che Giulio e io abbiamo dovuto rimandare la nostra sospiratissima gita in campagna
Uffa! Piove: predicato verbale
talmente tanto: complemento di quantità
Giulio e io: soggetto
abbiamo dovuto rimandare: predicato verbale
la nostra sospiratissima gita: complemento oggetto + attributo
in campagna: complemento di moto a luogo.
ANANAS: ÀNANAS: MASCHILE O FEMMINILE?
Ananas è un sostantivo maschile
Questo ananas è davvero gustoso!
Il nome del frutto deriva da nanà, il modo in cui era chiamato nella lingua guaranì dei nativi d’America.
La parola, però, è giunta in italiano attraverso il portoghese ananaz (pronuncia: anànas) ed è stata a lungo diffusa nella forma ananasso (oggi rara), che non lasciava dubbi quanto al genere.
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ANCORE: ÀNCORA O ANCÒRA?
Si tratta di una coppia di omografi.
• La parola sdrucciola àncora indica lo strumento con cui si ormeggia la nave al fondo marino
gettare l’àncora
• La parola piana ancòra, invece, è un avverbio di tempo
Ancòra tu / non mi sorprende lo sai (L. Battisti, Ancora tu).
ANCORCHÉ O ANCOR CHE?
Nell’italiano contemporaneo la forma corrente è ancorché, con univerbazione
risultati incoraggianti ancorché contradditori (www.levantenews.it)
La variante ancor che è molto rara e si avvia a scomparire, com’è già successo per le forme ancoraché e ancora che, normali nell’italiano antico.
ANNAFFIARE O INNAFFIARE?
Entrambe le forme sono corrette e usuali
cresciuto senza che nessuno se ne prendesse cura, senza un giardiniere che lo annaffiasse (N. Ammaniti, Ti prendo e ti porto via)
distrattamente continua il gesto di innaffiare le verdure (L. Malerba, Il sogno di Epicuro).
STORIA
Annaffiare e innaffiare, derivate probabilmente dallo stesso etimo latino (in e afflare ‘soffiare’) sono entrambe usate dal Medioevo fino a oggi. Tuttavia, già nella prima edizione del Vocabolario degli Accademici della Crusca (1612), alla voce Innaffiare si legge «Oggi più comunemente annaffiare».
AMODINO: ANÒDINO O ANODÌNO?
La pronuncia corretta di questo aggettivo che significa ‘scialbo, senza carattere’ è anòdino. Si è mantenuta l’accentazione sdrucciola, che la parola aveva nel latino tardo e prima ancora nel greco anòdynos ‘senza dolore’ (da cui lo specifico significato in ambito medico di ‘calmante, lenitivo’).
La pronuncia anodìno, dovuta al modello delle numerose e diffusissime parole in -ino con accentazione piana (carino, latino, tavolino), anche se piuttosto diffusa, è sconsigliabile.
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accento
ANTE-
Prefisso che, in parole derivate dal latino (come anteporre) o formate modernamente (come antefatto, anteguerra ecc.), indica precedenza nel tempo e più raramente nello spazio. Talvolta viene usato come parola a sé in locuzioni del tipo ante 1914 (= prima del 1914), ante rivoluzione (prima della rivoluzione).
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anti-
derivate, parole
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